...lettere per giada


..SEI PASSATA, GIADA, E QUASI NON TI HO VISTA.. .

Sei passata, Giada, e quasi non ti ho vista...eppure eravamo insieme ed impegnati nella Chiesa. Rimpiango tanto di non averti conosciuta di più...ma ai Vescovi pressati dalle esigenze delle varie comunità, non è sempre possibile seguire da vicino tante persone come vorrebbero. Se gli incontri però si misurano dalla forza di comunione che in essi si esprime, allora posso dirti che mi hai raggiunto con due forti messaggi. Ti ho ammirato quando nelle sale del Vescovado, con i tuoi ragazzi di catechesi, rivelavi l’esperienza di gioia di chi incontra il Signore; e quando sul letto del dolore eri testimonianza orante di serenità e di donazione.
E credo proprio che con questi messaggi hai lasciato dietro a te un mondo più ricco ed una Chiesa più attenta a far scoprire l’amore del Signore. Perciò tu non sarai mai assente hai tuoi Genitori che hai già coinvolto nel tuo sacrificio; e sarai accanto al fratello che accompagnerai con il tuo esempio. Parteciperai anche alla vita della tua comunità che, ricordandoti e ripensandoti, si accorgerà che un’esistenza non si misura tanto dal calendario, quanto dall’amore che ha tempi ben diversi. E il Vescovo? Lui che deve saper accogliere i doni dello Spirito,soprattutto se incarnati nella Sofferenza, ti è grato per questa crescita personale ed ecclesiale che continui a provocare in quanti ti hanno incontrata; vicina come sei nel Signore a tutti i “TUOI”.
Alberto Ablondi Vescovo emerito di Livorno

AMARE E’ SAPER DONARE AMORE
Il culto dell’amicizia
Giada, ti conoscevo da sempre, ma la nostra amicizia si è fortificata da quando la malattia ha segnato la tua vita. La tua esperienza di dolore ha rafforzato la tua grande fede in Gesù che sicuramente si è trasmessa a tutti quelli che ti hanno avvicinato. La tua bontà verso il prossimo e il tuo ringraziare sempre amici e conoscenti che venivano a trovarti con quel sorriso che non ha pari, spesso mi ha fatto riflettere e capire come sei innamorata di Gesù. Ora tocca a me ringraziarti. Grazie per i doni che mi hai lasciato. Il dono più grande è quello del coraggio che ho ammirato in te durante tutto questo lungo periodo. Questo grande coraggio è per me un esempio. La mia vita non è stata facile, lo sai, e spesso e volentieri mi sono lasciata cadere nello sconforto, ma vedere te come hai saputo portare la tua croce mi ha aiutato a vedere le cose in maniera diversa. L’ultima volta che ci siamo incontrate eri ricoverata al 7° padiglione (reparto cure pagliative), mi hai accolto con un "Grazie", hai ricordato Cristiano dicendomi di portargli un bacio, poche parole ma colme di affetto, eppure soffrivi tanto ma dai tuoi occhi brillava una dolce serenità. Grazie Giada. Con affetto. Simona